Quelli che ti aggiungono su Facebook

Un click per sei gradi di separazione.
La teoria dei sei gradi di separazione afferma che tutti sono collegati a tutti, che chiunque può conoscere chiunque attraverso massimo sei passaggi. Del tipo: Marco vuole conoscere Lidia che è amica di Marisa che è la cugina di Fabio il quale è amico di Paolo che è amico di Marco. Marco allora non deve far altro che chiedere al suo amico Paolo: ehi Paolo puoi chiedere a tuo cugino Fabio di chiedere alla sua amica Marisa di presentarmi la sua amica Lidia?
E il gioco è fatto.
Oggi in realtà il gioco è ancora più facile perché grazie a Facebook possiamo fare a meno di Paolo,di Fabio, di Marisa e di tutti gli altri. Se vogliamo conoscere Lidia, tutto quello di cui abbiamo bisogno è una tastiera per mezzo della quale digitare il suo nome e aggiungerla tra gli amici. Tutt’al più quando l’avremo trovata ci accorgeremo che Lidia conosce Marisa che conosce Fabio che conosce Paolo ma a quel punto, chissenefrega.
Tutto più facile quindi? Probabilmente sì. Ma non è detto che sia tutto più semplice.
In effetti, se vengono a cadere i ponti di contatto umani – cioè la consuetudine per cui ci si conosce attraverso qualcuno che già si conosce – tutto è concesso. Ma, come spesso accade quando tutto è concesso, il mondo invece di semplificarsi, si complica. Ecco perché ci si propone di offrire una rapida guida che spiega chi e come ci aggiunge su Facebook.

Ti aggiungo per aggiungermi: quelli che ci provano.
Inutile girarci attorno. Il primo capitolo che è necessario affrontare è quello dell’abbordaggio, cioè quelli che ti aggiungono su Facebook per provarci. Per una becera consuetudine storico-sociale questa categoria è composta dal 94% da maschi anche se, va detto, l’odierna liberalizzazione dei costumi consente di constatare una timida ripresa della componente femminile. Tuttavia quest’ultima, oltre ad essere nettamente minoritaria, sconta anche il fatto di non potersela realmente giocare. Infatti quando una ragazza aggiunge un ragazzo su Facebook “dal nulla”, nella mente del ragazzo si verifica il medesimo ragionamento di quando una ragazza ride alle sue battute. E cioè: questa mi vuole scopare. Dunque, spesso e volentieri, è il ragazzo che è stato aggiunto a contattare per primo quella che ha già deciso essere una sua spasimante e ad esordire con la sempiterna “ciao, ho visto che mi hai aggiunto, ci conosciamo? 😉 “
Nella maggioranza dei casi, come detto, il tipo che ti aggiunge su Facebook per provarci è per l’appunto un tipo e cioè un maschio. Tra loro è possibile distinguere varie tipologie secondo un grado crescente di mancanza di pudore.

  1. Il Messia: è colui che, come Gesù Cristo per la resurrezione, aspetta tre giorni prima di aggiungere la tipa conosciuta ad una festa o durante una serata con altri amici. Venire meno alla regola dei tre giorni significherebbe infatti mostrarsi troppo frettoloso, troppo precoce, troppo affamato e soprattutto svelare immediatamente le proprie intenzioni.
  2.  Il Fotografo: è colui che si sente autorizzato ad aggiungere la tipa solo nel caso in cui appaiono taggati nella stessa foto. Il ragionamento del Fotografo è infatti il seguente: lei penserà che l’ho aggiunta solo perché per combinazione siamo stati taggati in una stessa foto , l’ho riconosciuta e senza intenzioni e senza secondi fini l’ho aggiunta. Così per caso. In realtà, spesso e volentieri, il Fotografo scassa il cazzo per giorni all’amico in comune per sollecitarlo a postare le foto di sabato.
  3.  Il Commentatore: è colui che s’intromette in una discussione a cui partecipa la tipa che ha puntato e fa il simpatico e arguto commentatore di foto, di stati, di link. Se riesce a farsi rispondere direttamente e/o indirettamente dalla sua preda, il gioco è fatto. Dopo un tot di tempo – non troppo perché lei si deve ricordare chi è – scatta la richiesta di amicizia.
  4.  Il Pescatore a strascico: è colui che vuole aggiungere una sola persona di quelle conosciute la sera prima ma siccome sarebbe troppo spudorato, lancia una rete di richieste di amicizie a tutti – ma proprio a tutti – quelli che si sono presentati, anche al classico tipo il cui massimo apporto alla serata è stato dire “prendiamo una bottiglia grande di acqua invece di più piccole?
  5. Il Lombrosiano: è colui che ti vuole aggiungere anche se non vi siete mai presentati. Al Lombrosiano infatti basta la faccia, il corpo, insomma la tua foto profilo di Facebook. Il Lombrosiano è la versione informatica dello Zemaniano, è quello che ci prova sempre e comunque. Ne aggiunge tre, quattro, cinque, dieci alla volta scegliendole tra i suggerimenti di amicizia, tra le foto pubbliche, tra le commentatrici. Aggiunge e parte all’attacco: ciao, ho visto che abbiamo molti amici in comune, ma ci siamo mai visti?/ Ciao, ti ho visto tra i suggerimenti e ti ho aggiunta. /Ciao, la tua foto mi ha colpito molto, ti va se parliamo?

Senso, nonsenso, pulizia: un click vale bene un’amicizia.
Ma non di solo sesso vive l’essere umano. E infatti su Facebook ci si aggiunge per moltissime altre ragioni, a volte anche per nessuna. Questi molti non lo riescono a capire e ciò che non si riesce a capire spesso spaventa o fa innervosire. E allora la gente inizia a stupirsi (ma come ha fatto a trovarmi?), a incazzarsi (ma chi cazzo è questo? chi lo conosce?), a scadere nel ridicolo (no, non lo aggiungo! non voglio che sappia i fatti miei!), fino a sfociare nella reazione terminale: la pulizia degli amici di Facebook.
La pulizia degli amici di Facebook è un tribunale spietato presieduto da un solo giudice – il proprietario del profilo – e che non prevede possibilità di appello. Una, due, tre volte all’anno il giudice passa in rassegna gli amici presenti su Facebook e decide chi si merita di restare tra questi, chi è indifferente e chi va assolutamente eliminato per cause di sicurezza nazionale. La pulizia degli amici su Facebook è il momento in cui far pagare ogni possibile sgarro: quella volta che non mi hai salutato alla festa patronale, quella volta che non mi hai dato un passaggio, quella volta che non mi hai invitato al compleanno, quella volta che non sei venuto al mio compleanno, quella volta che ti sei fatto la mia ragazza, quella volta che ti sei fatta il mio amico.
In realtà il terribile e spietato processo di pulizia potrebbe essere facilmente evitato dal principio. Ossia scegliendo bene chi aggiungere e chi no. Oppure – come ragiona chi scrive – pensando che la T.A.S.I. non si paga in base al numero degli amici su Facebook e quindi chissenefrega di cancellare qualcuno. In ogni caso, è sempre bene sapere con chi si ha che fare dall’inizio. E dunque.

  • L’incoerente: è quello che ti aggiunge su Facebook anche se non ti saluta per strada. Tuttavia, siccome è coerente nella sua incoerenza, se lo cancelli dagli amici di Facebook, allora sì che ti ferma per strada e ti fa un po’ risentito: ho visto che mi hai eliminato dagli amici eh!
  •  L’incostante: è una variazione dell’incoerente, è colui il quale non ti saluta per strada, ti aggiunge su Facebook, poi ti saluta per strada per un po’, poi non ti saluta più, poi a volte ricapita che ti saluta e a volte no. Quando, alla fermata di un semaforo, scorgi dall’altro lato della strada un Inconstante, ti scorre sempre un brivido di emozione lungo la schiena. Cosa succederà oggi? Sguardo dall’altra parte? Occhiata distratta? Saluto frettoloso? Una buona parte delle emozioni quotidiane sono da ascriversi a questi individui.
  • Il compagno di scuola delle elementari esaltato: sono passati vent’anni e pensa che li hai trascorsi pensando a lui e a struggerti per quanto ti è mancato. Dà quindi per scontato che ti ricordi perfettamente di lui, della sua famiglia, della via in cui abitava e, ovviamente, che tu abbia una voglia matta di rivederlo, anzi di organizzare una megarimpatriata con gente che, come lui, non vedi da vent’anni. È difficile trovare il coraggio di dirgli che non solo non ne hai nessuna voglia ma, da quel poco che ti ricordi, ti è sempre stato sul cazzo.
  • L’amico in incognito: è la persona che conosci benissimo ma che su Facebook ha un nome totalmente diverso e totalmente inventato e sfoggia una foto che con lui non c’entra nulla. Ti arriva dunque una richiesta di amicizia da un tipo chiamato Bob J. Mystical e che ha la foto di Homer Simpson. Chi cazzo è? Rifiuti. Due giorni dopo scopri che si tratta di Giacomo. Il tuo migliore amico.
  • Il commerciale: è quello che ti aggiunge perché dovete concludere un affare (vendita di libri, videogiochi, cellulari) e dopo non vi cagherete più fino alla fine dei tempi.
  • L’esotico: è il tipo brasiliano, russo o turco che ti chiede l’amicizia anche se non avete un solo amico in comune e a volte nemmeno l’alfabeto.
  • Mister X: è quello che ti aggiunge ma ha un nome che non ti dice nulla, anzi spesso è un nome sospetto (Giorgio Rossi/ Micol Millepappine), nessun amico in comune, 23 amici in totale, e quella specie di inquientate omino del Dash che appare quando non si inserisce nessuna foto personale come foto profilo. Nel 90% dei casi la sua richiesta di amicizia viene rifiutata. E a ragione. Perché sarebbe come aprire la porta a uno che ha suonato il campanello con un passamontagna.
  • L’amico dei tuoi genitori: è il classico anziano che ha imparato a usare il pc e vuole vivere appieno l’era digitale. Ma siccome i suoi amici (ossia i tuoi genitori) leggono ancora il giornale cartaceo e usano ancora i telefoni con i fili, aggiunge i loro figli (cioè te) gettandoli in un stato di terrore e angoscia: ma se pubblico ‘sta cosa non è che quello poi lo va a dire a mia madre?
  • I tuoi genitori: buona parte della perdita dell’autorità genitoriale odierna è riconducibile alla mamma che commenta lo stato della figlia con una emoticon.

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