Il primo mezzo-giorno

Partiamo da un dato di fatto. Le cose che piacciono a tutti non possono piacere proprio a tutti. Ci sarà sempre qualcuno, da qualche parte, che non apprezzerà qualcosa che gli altri – tutti gli altri – ritengono essere invece apprezzabilissima. La pizza, per esempio, è ottima, è la gioia dei sensi ma vuoi che non ci sia una persona a cui proprio non fa impazzire? E che dire della musica? Una vita senza musica, si sa, sarebbe un errore ma di sicuro, fosse pure in capo al mondo, ci sarà un essere umano che campa felice e tranquillo senza godere di alcuna colonna sonora. Insomma, anche se sfuggono alla nostra comprensione, queste e altre sparute minoranze di disgusto esistono e non è poi così raro che manifestino la propria condizione di differenza. Soprattutto quando si trovano ad ascoltare gli altri – tutti gli altri – magnificare bellezza e bontà di una cosa, può capitare che alzino le spalle e con un mezzo sorriso dicano “beh, a me invece non piace affatto” spargendo così incredulità e indignazione nel resto della comitiva. 

Tra tutte le minoranze di disgusto possibili c’è però una minoranza – una minoranza di minoranze, dunque – che non lo fa mai.  Che è sempre riservata e silenziosa. Che è sempre ben mimetizzata. Così riservata, silenziosa, e ben mimetizzata da poter lasciar pensare che non esista affatto. Sono le persone a cui non piace viaggiare. Rifletteteci pure. Nella vostra vita vi sarà di certo capitato di sentire qualcuno affermare, con più o meno orgoglio o indifferenza, che “a me la nutella non piace” o che “a me le serie tv non piacciono” o che “a me lo sport non piace”. Cose così le avrete di certo sentite. Ma quante volte vi è capitato di sentire, fosse pure bisbigliando, qualcuno dire che “a me viaggiare non piace”? Probabilmente mai. 

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