L’Etica Barese e lo Spirito del Chiringuito

Introduzione: un bar alla fine del mondo.

Quando a Bari arriva l’estate la popolazione si spacca in due correnti: quelli che la sera vogliono andare al Chiringuito e quelli che non ci vogliono andare. Nonostante l’evidente contrapposizione questi due gruppi sono in realtà identici: entrambi, la sera, al Chiringuito ci vanno.

Siccome dalle statistiche di questo Blog apprendo che qualche anima sperduta legge anche dagli USA o dal Lussemburgo mi trovo costretto a spiegare brevemente cosa è il Chiringuito.
Il Chiringuito è un bar, un piccolo bar, dove la gente va a prendersi un cocktail o più frequentemente una birra cioè una Peroni (qua a Bari è la stessa cosa) e poi esce perché il Chiringuito è piccolo per davvero. E dove va la gente dopo essere uscita dal Chiringuito con la sua birretta in mano? Semplice, va fuori e ci resta. E cosa c’è fuori?, si chiede il tipo che mi sta leggendo da Miami, Florida. Beh fuori c’è il mare. Cool, dirà a questo punto il nostro amico americano. Il mare? Bello! Beati voi!, dirà con accento marcato il lettore lussemburghese. Ora, amici esteri o amici italiani al di là dell’Ofanto, è bene che voi cancelliate l’immagine di un bar fatto di foglie di palma che si affaccia su una spiaggia bianca lambita da un mare cristallino. Il Chiringuito si trova al mercato del pesce, accanto al molo dove ormeggiano barche malandate che galleggiano su un’acqua la cui analisi della sua composizione chimica ha dato risultati di tossicità pari a quelli post-disastro di Fukushima e il cui odore è una composizione di eau di pesce, kerosene e legno fradicio.
Eppure, nonostante ciò, quando a Bari arriva l’estate la gente di Bari, alla sera, la trovi al Chiringuito.
Lo scopo di questo breve saggio sarà pertanto scoprire la ragione d’essere di un sabato sera al mercato del pesce.

Capitolo I: Domanda logica, risposte illogiche.

La prima domanda a cui si deve dar risposta è la solita che attanaglia l’umanità sin dai suoi primordi: perché?
A tale domanda le persone che vogliono andare al Chiringuito rispondono con una serie di sostantivi e verbi disposti in una serie disordinata e apparentemente insensata. Recenti studi hanno infatti dimostrato che la capacità linguistica di una persona che vuole andare al Chiringuito risulta ridotta del 75% circa rispetto alla norma. Non è però ancora chiara la causa. Alcuni scienziati la fanno risalire al consumo continuativo di Peroni. Altri rintracciano la responsabilità nell’insalubrità dell’aria che si respira sul posto. Comunque sia l’intervento congiunto di esperti di statistica e di grammatici neurogenerativisti ha recentemente consentito di ricostruire sommariamente la risposta della persona che vuole andare al Chiringuito:

Boh, ci vado perché, che altro vuoi fare la sera?, cioè, che ti sbatti a fare, eh, stanno tutti là.

Un pensiero circolare. Una profezia che si auto-avvera. Ci andiamo perché stanno tutti là. Stanno tutti là perché ci andiamo.  Sia pure. Più difficile da interpretare la parte “che altro vuoi fare la sera?”. Dal momento infatti che la superficie calpestabile di Bari è di 116  km² (fonte Wikipedia) e la sua provincia si estende per 3.825 km², è lecito presumere che di cose da fare un barese giovane, in salute, automunito, dovrebbe poterle trovare. Ma niente da fare. Se fa caldo, se è giugno o un mese che segue giugno e che non è ancora metà settembre, il barese, alla sera, un’altra cosa da fare oltre al Chiringuito non ce l’ha. Questo è un fatto che qualcuno dovrà pur studiare e spiegare un giorno. Così come qualcuno dovrà analizzare e giustificare la mutazione genica che porta la gente che vuole andare al Chiringuito a divenire, nei mesi invernali, la gente che vuole andare al Demetra. (Cos’è il Demetra? si chiederanno i nostri oramai fedeli lettori statunitensi e lussemburghesi. Be’ ne parleremo un’altra volta. Perché merita un discorso a parte.)
Perché va al Chiringuito? La domanda, com’è ovvio, è stata riproposta anche alla gente che non vuole andare al Chiringuito  la quale categoria, per quanto detto all’inizio, possiamo ora ribattezzare “gente che non vuole andare al chiringuito ma che ci va lo stesso”.  Queste persone mostrano insofferenza sin dalle 21,30 quando nei cellulari, nelle telefonate, nell’ossigeno che respirano, iniziano a subodorare la destinazione-Chiringuito. No, che palle ancora là no. Io mi sono rotto il cazzo di andare sempre là. Il tenore dei loro pensieri è grosso modo questo. E purtuttavia alla fine ci vanno. E, dunque, perché? La loro risposta è di solito grammaticalmente meglio strutturata di quella della gente che vuole andare al chiringuito ma è anche generalmente più differenziata e, va detto, meno logica. È stato possibile tuttavia raggruppare tre risposte-tipo:

  1. Non ci volevo venire ma che fai? Resti a casa con questo caldo?
  2. Finisco sempre per rompermi i coglioni ma ci casco sempre sperando che questa volta sia diverso.
  3. Odio questo posto ma gli altri (leggi: la ragazza che mi piace e che un giorno spero sia talmente triste&disperata da offrirmisi sul cofano della mia panda) ci vogliono sempre venire.

Alla gente che non vuole andare al Chiringuito ma che ci va lo stesso manca, com’è chiaro da quanto appena  riportato, lo spirito d’iniziativa per proporre una meta differente  e il coraggio per concretizzare questa proposta. Tale vigliaccheria indolente ha origini oscure ma sicuramente possiede radici profonde dal momento che, al calare delle temperature, la gente che non vuole andare al Chiringuito ma che ci va lo stesso cambia pelle ma non sostanza mutando in la gente che non vuole andare al Demetra ma che ci va lo stesso.

Capitolo II: Dobbiamo sopravvivere, non importa quanti cieli ci siano crollati addoso: cronaca di una spedizione al Chiringuito

Il sottoscritto, alla faccia di Bear Grylls, è stato diverse volte in spedizioni al Chiringuito ed è sempre sopravvissuto. Alla fine del 2012 ho anche pubblicato il manuale Un’altra maledetta estate. Come sopravvivere al Chiringuito nel caso in cui i Maya non ci hanno azzeccato.
Il mio consiglio principale è di tenere un basso profilo. Poiché una spedizione al Chiringuito dura solitamente diverse ore è bene fare diverse soste al Lemon (un chiosco a forma di Limone sul lato opposto della strada) per dissetarsi o in ogni caso per incamerare ossigeno non compromesso dagli effluvi del mare inquinato. Ho poi stabilito che un orecchio umano in buone condizione può sopportare fino a trentacinque urli “GIOVANE-BIRRA-FRESCA!” provenienti dal venditore abusivo di Peroni (pagherei per vedere la faccia del lettore lussemburghese a questo punto). Se superate questa soglia i danni al vostro timpano potrebbero essere permanenti.
È altresì consigliabile tenere un livello di attenzione almeno medio per evitare di rimanere coinvolti in qualche rissa nella quale al posto di aeroplani di carta o di monetine piovono bottiglie vuote di Peroni (fatto storicamente avvenuto in mia presenza).
Gli amanti di GTA, la fortunata serie videoludica, possono trovare un habitat ideale sul retro, nella parte meno illuminata di fronte al molo, dove bande di neri sostano tra spinelli e tamburi e non si capisce mai se si è di fronte a gang di Baltimora Ovest o a simpatici strafattoni giamaicani. Difatti non riesco a osservarli molto bene. D’altra parte sono neri e si mettono nella parte meno illuminata, cazzo pretendete? Quello che so per certo è che il suono del tamburo mi rompe il cazzo già al secondo BUM ma riconosco di essere io quello particolarmente sensibile in questo caso.
Una volta che trovate un posto che vi soddisfi sostate là e aspettate che passi qualcuno che conoscete per fermarlo e imbastire una conversazione che, dato il periodo, prima o poi verterà sull’argomento cosa-fai-questa-estate. Il paradosso è che persone che non riescono a trovare altro da fare che andare al Chiringuito ti parleranno di un loro progetto di visitare l’India zaino in spalla o di rovesciare la dittatura in Corea del Nord. Voi annuite, fate sì sì con la testa, dite che bello, che interessante, tanto lo sapete che quello stronzo la settimana prossima sempre qua lo rincontrerete e vi dirà guarda è successo un casino non faccio più niente.
Ci sono delle presenze fisse al Chiringuito, alcuni “personali” (tutti hanno un amico che se la fa al chiringuito dalle 18,15 alle 3.17 am) altre oggettive (cioè che tutti conoscono) come Michele delle Monetine (no, amico Lussemburghese non è un nobile) e il mio preferito: il Nano del Chiringuito. Per anni questo senza tetto mi ha fatto un misto di paura e compassione: quasi sempre ubriaco, quasi sempre rissoso, sempre all’altezza giusta per fottermi il portafoglio dalla tasca posteriore. Poi ho iniziato a vedere Game of Thrones e non posso più vederlo senza pensare al quel gigantesco personaggio che è Tyrion Lannister:

CS 65 Friday 22nd October 2010
E da quel momento gli voglio bene.

Conclusione: non-luoghi e mancati supereroi.

Molte domande, poche risposte. Come sempre, d’altra parte. Però alla fine qualcosa sul Chiringuito mi sento di dirla. Lo spirito del Chiringuito è assai simile all’etica del barese: quasi inesistente.

Il Chiringuito è un non-luogo nell’ accezione di Marc Augè: il non-luogo è tutto ciò che non ha le caratteristiche del luogo che per sua natura è identitario, relazionale e storico. Il non-luogo è lo spazio anonimo, senza storia e senza identità frequentato da uomini e donne freneticamente in transito. Esempi classici di non-luoghi sono aeroporti, centri commerciali, grill autostradali, luoghi di passaggio vissuti da individui che si incrociano senza mai stabilire relazioni. Ebbene sì diciamolo a gran voce: nonostante film e telefilm ci abbiano portato ad immaginare questi  incroci come svolte improvvise e fondamentali (serendipiche mi verrebbe da dire) della vita, la realtà ci mostra l’esatto contrario. La tua metà della mela , la tua soulmate, la tua lebenslangerschicksalsschatz, non si incontra in uno scontro in metropolitana o al check-in dell’aeroporto. E, mi dispiace,  nemmeno al Chiringuito.

Ma io non vado al chiringuito per trovare la mia metà della mela. L’ho già trovata e stiamo benissimo insieme. L’ho già trovata ma se la sono già mangiata. Io non ci credo, eccetera, eccetera. Tutte obiezioni giustissime.
Io ci vado per incontrare gente, diranno alcuni piuttosto. Esattamente. I Non-Luoghi come il Chiringuito servono spesso a questo. Ma la gente che incontri casualmente al Chiringuito non la vuoi veramente incontrare. Perché se lo volessi davvero la chiameresti nel pomeriggio e andreste a prendervi un caffè, un gelato, un pezzo di focaccia oppure vi dareste appuntamento la sera da qualche parte. Il Chiringuito è l’incarnazione perfetta del rapporto Ehi ciao? Che si dice? Mah niente di che. Al Chiringuito non si parla per davvero. Ci si saluta e basta. Non ci sono relazioni, solo incontri. Non ci sono discorsi ,solo frasi.  Tante parole, tanto fumo, tanta musica, tanto rumore per coprire un gran silenzio.

Hai rotto il cazzo. Hai rotto i coglioni. Non fare sempre il critico di sta minchia. Pensa meno e bevi di più. Bevi di meno e fuma di più. Fuma di meno e scopa di più.
Tutti commenti possibili e verissimi.  E allora vi dico la verità: perché il Chiringuito non mi sta tanto simpatico? Be’ perché mi ha ucciso un sogno. L’anno scorso nelle acque del Chiringuito – nelle putride, inquinate, mefitiche  acque del Chiringuito – io ci sono caduto. Scivolato come nei film comici anni Trenta. SPLASH. Alle due e qualcosa di notte. E se tutto ha un senso io da quelle acque sarei dovuto uscire con un qualche superpotere dovuto al morso di una cozza pelosa radioattiva o alla modifica della struttura del DNA a causa dei composti chimici presenti. Sarei dovuto riemergere e avere la supervista, la superforza, il volo, la capacità autorigenerativa, l’iperelasticità, l’invisibilità, o dio sa che altro. E invece un cazzo di nulla. Un supercazzo di nulla. Manco un supercazzo.
E da quel giorno il bambino dentro di me è morto. E allora come posso trovare simpatico il Chiringuito?
Un giorno la pagherete cara.

101 thoughts on “L’Etica Barese e lo Spirito del Chiringuito

  1. Pingback: Spirit Of Gatto Verde | By: Valentina Cirasola | Author and Designer | Valentina Expressions

  2. Hai completamente ragione! Aahahaha, ho condiviso il tuo post ad un bordello di amici, mi hai fatto pisciare sotto dalle risate! Io ho appena iniziato a scrivere un piccolo blog, sempre su Bari, descrivendo in maniera scherzosa alcune abitudini dei giovani baresi, molto simile a questo post. Per il momento ho scritto solo un articolo se ti va di leggerlo mi faresti contenta: http://mangiandoisassi.wordpress.com/ check it out! 🙂
    Mi raccomando a non cadere più in quelle acque tossiche, potresti uscirtene ora come ora non con dei super poteri ma con un tentacolo al posto di un braccio! Bye!

  3. Esci un banalissimo giorno in settimana… arrivi al chiri e becchi qualcuno…becchi SEMPRE qualcuno con cui scambiare una chiacchiera…raccontarsi la giornata bere una birra e starsene seduti semplicemente ad ammirare la tua splendida citta… perche dopo aver superato il portico che porta al chiri e si arriva vicino il bar nn solo nn si sente minimamente odore di pesce ma cè un piccolo meraviglioso squarcio di Bari e i frequentatori abituali del chiri sanno che il momento migliore per andari è il TRAMONTO e ci si va per godere del paesaggio, della compagnia di gente semplice con cui e faclie ritrovarti a chiacchierare… una grande famiglia…un piccolo paese… QUESTO E IL Chiringuito”

  4. Vale lo stesso per ogni luogo di aggregazione. Che sia il Chiringuito, il Faros, la cicchetteria, il Jerusalem, la norcineria, la spirit, il demetra… Tutti usciamo per bere una birra e raccontarci quattro cazzate con gli amici. Al chiringuito fumi quasi senza problemi e bevi birra ad 1 euro. Pur essendo in centro città hai una parvenza di mare che mitiga la percezione del cattivo odore di pesce marcio. Non puoi considerarlo un “non-luogo”, non è il parcheggio di un ipermercato la domenica pomeriggio, neppure l’area non calpestabile di una rotatoria.
    Il chiringuito non è altro che la proiezione del tuo umore. Quando sei scazzato ti sembra la più grande merda al mondo. Ma ti sembrerebbe tale anche il Taj-Mahal. Se stai bene o se quella uscita serale è la tua conquista dopo una giornata passata tra libri, lavoro, capo rompicoglioni, partner che ti spacca le palle…un paio d’ore a parlare del culo di quella che è passata o di Matarrese che non vende la Bari, ti sembreranno il perfetto svago.
    Quello che scrivi può strappare una risata (non fosse altro perchè sei caduto nelle putride acque stagnanti) ma è tra i più grossolani tentativi di indagine sociologica che abbia mai letto.
    Per quanto io accetti di essere tacciato di banalità con le tesi che ho appena portato a supporto di quel che penso.
    Adesso scrivine uno su demetra e spirit. Ti aspettano vagonate di likes.
    In bocca al lupo!

    • Ma se pensi che sia un tentativo di indagine sociologica è ovvio che ti sembrerá grossolano. C’è del vero in quel che dici prima ma, vedi, la veritâ non è quasi mai bianca o nera. Al chiri ci va un sacco di gente che ci va per staccare la spina, è vero. Ed è giusto. Ma ci va anche un sacco di gente che la spina dovrebbe attaccarla e non lo fa. E non si preoccupa di farlo. Non si puó vedere solo un lato di una faccenda. Del demetra ne parliamo in autunno eh. Senza prendersi troppo sul serio peró se no sai che palle

      • “Ma ci va anche un sacco di gente che la spina dovrebbe attaccarla e non lo fa. E non si preoccupa di farlo” Non fa una piega.
        L’articolo è ironico è scanzonato quanto basta a rendere l’idea del fermento culturale che anima la gioventù barese; che si tratti del chiriquito o demetra poco cambia. Complimenti Renato
        L’anonimo polemico purtroppo è imprigionato in quella bolla di provincialismo e miseria culturale in cui versa una buona fetta di abitanti di questa città che io amo, nonostante non ci viva più da 20 anni. Vivo in un’altra città del meridione, Napoli città viva effervescente, accogliente, multi-culturale. Vivo li’ ma mi sento molto barese, ma purtroppo il confronto mi fa capire quanto siamo poveri, e quanto questo articolo, pur col sorriso tra le labbra, mi lascia un velo di tristezza

  5. Nonostante sia di Bari non ci sono mai passata se non per caso, ti stupirò dicendo che tra i miei amici nessuno si fa prendere dal desiderio di appuzzolirsi di pesce il sabato sera; purtroppo, forse con la curiosità che hai messo, tutto questo cambierà! XD

  6. Non so che dire, sto semplicemente morendo dal ridere. Anche io lo trovo un non luogo, ma in effetti anche dei non luoghi e dei loro perché si può sempre dire molto e farlo bene, come hai fatto tu. Io faccio parte della categoria di quelli che “non ci vado nemmeno se mi tagli una mano, nemmeno se è l’unico posto aperto, nemmeno se per terra trovo dieci euro” e poi però a volte ci sono finita anche io, trascinata da “amici che ci volevano andare” ( e per amici intendo amici, non maschi che mi piacevano eh… sia chiaro, perché un ragazzo che frequenta quei posti… cioè…), e sono finita seduta in terra a deprimermi ascoltando di gente che parlava delle vacanze, o dell’università, o di altre menate simili prive di interesse alcuno. Io odio anche il mare, pure quello con le palme e la sabbia dorata. Ti ho detto tutto! 😀

  7. Invece di buttare fango sarebbe meglio capire che persona sei, sicuramente snob, quindi cerca di relazionarti un po’ di più xche’ penso che tu sia un’associale, emarginata e che nn fa’ altro che disdegnare, forse a te farebbe già bene farti un giro di palazzo che nn di stare seduta davanti ad uno schermo e vivere un mondo irreale, e nn ci andare al Chiringuito potresti rovinare l’ambiente , sn dispiaciuto solo x il tuo angioletto, il Chiringuito lo trovi in tutte le parti del mondo, nn e’ barese

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